Io scrittore

Nuova uscita
Oltre le colonne d’Ercole
Verdi e Wagner alla mia manieraOltre_le_colonne_dErcole.html
 

Credo che scrivere sia soprattutto mettere in discussione sè stessi, le proprie conoscenze, convinzioni ed esperienze.

Il foglio bianco che giace sul tavolo davanti a me mi osserva e mi interroga, chiedendomi l’autentica verità della mia vita e della mia coscienza, delle vicende quotidiane come dei ricordi lieti o tristi, delle emozioni come dei sogni di un tempo e di oggi.

Dialogare ogni giorno con quel foglio è talora facile, talora estremamente faticoso ma è sempre e comunque un atto di coraggio e di lealtà verso me stesso.  Non posso mentire a tale interlocutore né nascondermi dietro l’ipocrisia di colui che vuol vedere solo ciò che gli piace: sulla pagina scritta di fronte a me, qualunque sia il tema trattato, vi è uno specchio che riflette la mia personalità e man mano che sgorgano le parole si forma e si dipinge il mio ritratto.

A volte quello specchio è il più sincero confidente, l’amico d’infanzia che condivide e corregge i nostri errori; spesso però è un giudice severo ed inflessibile, del quale si cerca d’ignorare la voce e quindi si gettano fogli su fogli, tentando ogni volta di ricominciare, finché finalmente, come per miracolo, il pensiero si fa parola, l’idea prende forma, l’emozione le dà vita e la realtà interiore di colui che scrive diventa arte.


Ho coltivato una passione a lungo segreta per la scrittura fin dall’età di dodici anni, tentando di imitare i poeti che leggevo a scuola; ho trasformato in racconti e poesie gli sconvolgimenti dell’adolescenza ma un giorno migliaia di pagine scritte al mattino presto, quando il cielo era ancora buio, o al ritorno da scuola, sono finite in cenere per una scelta che non rinnego ma che talvolta dà origine a qualche rimpianto.

Ma il desiderio di visitare mondi sconosciuti e crearne altrettanti, evocare ricordi e nostalgie, provare intensamente le emozioni che la realtà costringe talora a negare o reprimere; il desiderio di andare alla ricerca di tutto ciò che custodisco sotto forma di memorie, sentimenti, speranze, disillusioni non poteva restare a lungo inappagato.

Da molti anni, perciò, la scrittura è diventata una fedele compagna di vita: è stata e continua ad essere ora la serenità, ora la confessione, ora la luce nei momenti bui, ora la consolazione nel momento della delusione.  Quasi sempre si è sostituita ad un inesistente amico e spesso mi è stata compagna di viaggio verso epoche e mondi lontani; in cambio mi ha chiesto solo ed esclusivamente la verità del mio essere.

Essere scrittore significa quindi possedere la forza irresistibile della verità della propria natura di uomo. Qualunque sia lo stile, la predilezione per l’uno o l’altro genere, le caratteristiche espressive, lo scrittore rimane sempre il vero protagonista della sua opera, testimone di una sua verità alla quale talora possiamo riconoscere il valore di messaggio universale perennemente attuale.





Alessandro Pierfederici

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In uscita il secondo romanzo di Alessandro Pierfederici