Ritorno al tempo che non fu

 

Presentazione



         Esasperato dal fallimento della propria vita, il protagonista di questa storia medita di suicidarsi; decide però di rimandare il suo gesto al giorno successivo, lasciando nascosto nel cavo di un albero in campagna il coltello con cui tagliarsi i polsi.  Quando, dopo l’ennesima delusione, vi fa ritorno per attuare il suo proposito, accade qualcosa di sconvolgente per cui egli si smarrisce nella sera e giunge ad una vecchia villa di campagna dove viene ricevuto come un ospite a lungo atteso.

         Il desiderio di conoscere il motivo per cui era atteso in quella casa lo distoglie dal suo intento iniziale e lo porta a seguire il corso di misteriosi eventi, apparentemente incomprensibili, che si succedono in luoghi sempre più strani, una sorta di viaggio iniziatico, che è ad un tempo viaggio nello spazio (il cammino), nel tempo (una leggenda antica che narra di fatti avvenuti in quegli stessi luoghi e che appare continuamente a segnare quel cammino) e nella propria interiorità e che, dopo aver raggiunto la meta della piena consapevolezza del proprio essere, recuperando le certezze e le emozioni che la vita aveva strappato, tocca a ritroso le stesse tappe, con uno spirito di rinascita. 

         Ma questo viaggio avviene durante la vita o è il viaggio dopo la morte?  I diversi piani in cui esso si svolge si intersecano e sovrappongono, tanto da non essere distinguibili l’uno dall’altro così che, al termine della narrazione, ognuno potrà trovare la propria interpretazione: vita o morte, sogno o realtà, viaggio esteriore o interiore, in quel momento o in un lontano passato, visione di fatti o proiezione di sé in una realtà immaginaria, chiunque avrà una propria soluzione, concludendo la lettura ma continuando questa storia nella propria vita.


Prefazione



Ho conosciuto Alessandro, il Maestro, anni fa in occasione di una produzione di Rigoletto di G.Verdi. Come spesso succede in Teatro, si lavora intensamente insieme per un certo periodo e poi può succedere che per anni non ci s'incontri più: così è stato anche per noi.


Ci siamo ritrovati, grazie a quell'odiato/amato strumento che si chiama Facebook, alla presentazione del mio libro in una libreria a Padova. Nel corso della cena, aiutati da un buon bicchiere di vino e dalle delizie del cuoco patavino, oltre a parlare della nostra comune passione e ragione di vita, la Musica, a ricordare colleghi più o meno simpatici piuttosto che avventure capitateci durante le nostre carriere artistiche, abbiamo scoperto un altro punto in comune: i libri e la scrittura.

Così, quando Alessandro mi ha proposto di curare la prefazione del suo romanzo ho accettato con piacere. Piacere che si è trasformato in vera gioia non appena ho iniziato a leggere le prime pagine de «Ritorno al tempo che non fu».


Il romanzo è scritto con una proprietà di linguaggio rara al giorno d'oggi ma, soprattutto, ciò che più mi ha affascinato, è la capacità dell'Autore di usare le parole come note: ogni descrizione dello stato d'animo del protagonista o della natura che lo circonda pare una sorta di sinfonia, con l'esposizione del tema e lo sviluppo, e leggendo ci si ritrova automaticamente a conferire un «fraseggio» alle frasi scritte come se fossero frasi musicali. L'atmosfera che questo tipo di scrittura conferisce al racconto, risulta onirica e romantica a tal punto che spesso mi sono trovata a immaginare le scene descritte come quadri di Johann H.Füssli.


Il filo conduttore del racconto è il viaggio del protagonista. Un viaggio alla ricerca e alla riscoperta di se stesso che, all'inizio, pare il semplice e personale cammino di questo uomo disilluso e senza nome, ma che, pagina dopo pagina, assurge a simbolo del cammino iniziatico che ognuno di noi potrebbe avere occasione di compiere nella sua vita. L'uso discreto e sapiente di riferimenti alla tradizione alchemica e massonica rende particolare il racconto per chi sa riconoscere simboli, immagini e colori; invece, per chi è del tutto a digiuno di questo linguaggio, c'è sempre il piacere di scoprire in un romanzo moderno, con tutte le inquietudini legate alla nostra epoca, il sapore delle antiche fiabe.


Buona lettura!


   di

Daniela Lojarro



di Daniela Lojarro